Come confezionare un Muffin con Jockoo
Posted On: 2015-01-30
A chi non piace comprare i dolci? Piace a tutti, soprattutto quando sono belli da vedere. Avete presente, quelle succose, calde, ricche delizie che sembrano chiamarvi. Quando siete in un centro commerciale e tutti questi prodotti gridano dagli scaffali quanto sono migliori dei loro vicini. Le grandi aziende alimentari spendono un sacco di soldi per vestire i loro prodotti e renderli quanto più belli possibili. Se siete un brand con una visione molto etica e fanatica della salute sceglierete un packaging minimalista, a volte grossolano, perché la cosa più importante è il contenuto. Se cercate sensazioni nostalgiche (come tutto quello connesso all’industria alimentare sembra essere qui in Italia) dovete scegliere colori caldi, carta liscia, etichette scritte a mano. Tutto deve sembrare come ai vecchi, gloriosi tempi. Al contrario potete scegliere di usare un carattere in grassetto, una gamma di colori in stile cartone animato e un approccio che va dritto al punto, soprattutto quando vendete qualcosa alimentato da glucosio e trigliceridi. Quindi quando un’azienda specializzata nel confezionamento degli alimenti ci ha chiesto di studiare qualche texture per il sacchetto dei loro muffin abbiamo iniziato a pensare a tutte le possibilità. Non potevamo sapere quale dessert sarebbe stato venduto in queste confezioni quindi abbiamo provato ad esplorare tutti i possibili campi.
Prima di tutto abbiamo coperto tutte le superfici con centinaia di codine di zucchero. Un approccio molto infantile, ma una delle immagini più comuni di un dolce a cui possiate pensare , dai Simpson alla grafica vettoriale di tendenza che potete trovare sulla vostra t-shirt Bathing Ape, è una ciambella iper-stilizzata.
Allora abbiamo iniziato a pensare ai tempi della scuola, quando si doveva andare dal panettiere a comprare qualcosa per la merenda. Quindi abbiamo ricostruito digitalmente una carta ruvida e porosa, con tutte le tipiche grinze che può avere la carta dopo un viaggio dentro al vostro zainetto. Qualcuno trova questo approccio iperrealistico un po’ pacchiano, ma in questo caso non stavamo provando a simulare un altro materiale ma a reindirizzare l’utilizzatore ai ricordi e alle esperienze passate. L’approccio nostalgico di cui stavamo parlando.
Dopo queste due proposte siamo andati sul teorico, focalizzandoci sulle sensazioni del compratore. Volevamo creare una zona di comfort che vi avrebbe fatto conoscere i dolci. Abbiamo pensato ai divani capitonné e alle nuvole di panna. Qualcosa di caldo e rilassante e non solo collegato a un tipo di prodotto molto particolare (non potete usare una confezione con le codine di zucchero se non le avete sul vostro muffin).
I clienti hanno scelto questo tipo di approccio e noi gli abbiamo spedito due stampi da texturizzare. Da questo punto in poi il lavoro è diventato più tecnico. Dovevamo scannerizzare i pezzi per procedere con il reverse engineering e ottenere modelli 3d perfettamente impilabili sui loro equivalenti reali. Questo è necessario quando lavorate su unità di misura vicine al centimetro di millimetro. Dopodichè dovevamo testare la profondità dell’incisione, prendendo in considerazione aspetti estetici e limiti tecnici. Quando è fatta anche la mappatura della texture sui modelli 3d – un passo molto delicato, sulle superfici curve dobbiamo gestire un sacco di deformazioni – dovete solo scegliere che tipo di tecnologia di rifinitura utilizzare.
Questo è solo un piccolo esempio di come un texture può cambiare la percezione di un medesimo oggetto. Cambiare il motivo significa cambiare l’intera identità del vostro prodotto.