Persone che amiamo (puntata 2): Julia Koerner
Posted On: 2014-12-10
Julia Koerner è una giovane e talentuosa architetto austriaca. Partendo dai suoi studi tecnici, scientifici e artistici in pochi anni è diventata una delle maggiori figure mondiali nel design e nella stampa 3d parametrica. Oltre a questo è molto conosciuta anche come docente presso l’Università della California, come membro dello studio di Londra che sta dietro il pluripremiato progetto Cellular Complexity e collaboratrice della fashion designer Iris Van Herpen in alcune delle più emozionanti collezioni di haute couture di tutti i tempi.
Potremmo parlare molto di lei, ma una cosa è più importante di tutte le altre: nonostante sia totalmente innamorata della tecnologia e dell’artigianato digitale più avanzati, ognuno dei suoi progetti trae ispirazione dalla biologia. Il suo percorso inizia allo studio Ross Lovegrove, un vero gigante nel mescolare insieme un punto di vista futuristico sulla tecnologia e l’ispirazione tratta dalla natura e dai tessuti organici. Sotto un grande mentore di questo tipo, prende parte a progetti emozionanti, intenzionata a dare forma al suo gusto e alla sua mentalità per tutti gli anni a venire. Prendete come esempio l’Artemide New Nature, una meravigliosa lampada proveniente da un’ispirazione botanica e costruita attorno a un modulo organico 3d. O il design per il trofeo del Brit Insurance Design Award del 2011. Un fiore alieno nato dalla bioingegneria, talmente complesso da essere costruito utilizzando metodi di sinterizzazione laser selettiva. Dopo questo lei e due suoi colleghi a Londra iniziarono a pensare alla Cellular Complexity. Un sistema di facciata unificato a prestazioni integrate basato su efficienti geometrie cellulari spazio-scatolari, con l’obiettivo di includere tutte le condizioni attraverso porosità e organizzazione adattabili. Come loro stessi dicono: “Un’astrazione di come opera il sistema naturale”. La natura arriva sempre per prima, quindi perché non seguire i suoi passi? Ma il vero motivo per cui Julia è uno dei nomi da tenere a mente è la collaborazione con la visionaria olandese Iris Van Herpen. Le loro collezioni di abiti partono dalla riconsiderazione della superficie come un’estensione della forma. Nulla può essere liscio, tutto ha qualcosa da dire. Quindi i modelli degli indumenti confezionati biosintetici che sembrano provenire da un altro pianeta (o da un universo più familiare, ma in miniatura). La stampa 3d è una delle poche tecniche abbastanza avanzate da dare forma alle loro visioni.
Dopo una prima collezione – Hybrid Holysm – nella quale hanno utilizzato una tecnica particolare chiamata Stereolitografia Mammooth (al fine di costruire modelli pezzo unico di stereolitografia con dimensioni di più di due metri) si riuniscono per le collezioni Voltage e Biopiracy. Ogni problema è un buon motivo per spingere i propri limiti ancora più lontano, in un modo sia creativo che tecnico. Quando vedete una tale coerenza autorale e il desiderio di migliorare nel lavoro di designer non potete smettere di pensare a cosa arriverà dopo. Dove guiderà le sue visioni nel processo produttivo? Mercato di massa? Nuovo artigianato? E come metterà insieme il meglio del futuro con la necessità di qualcosa di vivo e organico? Noi ci chiediamo tante volte come la sua creatività potrebbe funzionare nel nostro mondo di micro-texturing. Pensiamo alla pelle di creture fatte di carne e plastica, provenienti dall’abisso di un mare infinito. Qualcosa nobile e familiare, con una svolta di sconosciuta e artificiale armonia. Forse le superfici che in pochi anni ricopriranno i vostri oggetti più familiari.
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